Sempre più spesso mi viene posta la seguente domanda:
Dopo aver frequentato i vostri corsi di modellazione e rendering ho finalmente iniziato a ricevere delle richieste per l’elaborazione di immagini foto realistiche per miei clienti o per studi professionali esterni e non ho idea di quanto far pagare il servizio che mi viene chiesto, puoi darmi qualche suggerimento?
La risposta è che ad oggi non esiste un tariffario regolamentato per questa tipologia di lavori e quindi spesso e volentieri, specie per chi è alle prime armi, si tende a brancolare nel buio.
Un’altra frase che sovente mi capita di sentire da colleghi architetti è: spero che il prezzo che mi farai non sarà troppo caro perché i clienti non pagano questo tipo di servizio e quindi per me è un costo in più da affrontare.
Parto da un presupposto che, da diversi anni, ho sempre posto dinnanzi ad ogni inizio di preventivo: lo strumento del render, ormai, non è qualcosa in più da presentare al cliente, un orpello al lavoro di progettazione che stiamo facendo ma è l’unico strumento che in modo inequivocabile consente, a noi tecnici, di far capire al nostro committente che idea progettuale gli stiamo proponendo; una immagine 3D foto realistica, un video di animazione 3D “parla” più di qualunque elaborato tecnico come piante, prospetti e sezioni e quindi è uno strumento di “vendita” del nostro lavoro indispensabile che non si può più computare a parte ma deve essere totalmente integrato all’interno del preventivo dei servizi di progettazione che decideremo di offrire a chi si rivolgerà a noi progettisti.
Nel caso in cui una ditta o un collega/studio professionale ci dovesse consultare esclusivamente come meri esecutori per la realizzazione di elaborati di rendering allora, in mancanza, come dicevo e di un tariffario regolamentato, suggerisco di procedere in questo modo:
- È necessario elaborare il modello 3D da cui poi procedere per la creazione dei render?
- Quanti render dello stesso ambiente dobbiamo produrre?
- Quanti render di ambienti differenti sono richiesti?
- Sono render in cui è necessario effettuare uno studio illuminotecnico scientifico o basta creare una bella immagine che faccia capire al cliente le nostre scelte progettuali (sia architettoniche che in termini di arredamento)?
- Ci sono anche dei rendering di esterni?
- Nel caso di immagini di esterni è necessario effettuare un foto inserimento?
- Sono richieste aniamazioni 3D interne ed esterne?
Queste sono le macro domande da porre e che possono farci arrivare prima possibile alla redazione di un preventivo. Pertanto il suggerimento è quello di lavorare “a corpo” dando un valore congruo ad ogni voce da realizzare. Chiaramente se dello stesso ambiente (già illuminato e texturizzato) dobbiamo fare più “viste” per la prima chiederemo una cifra mentre per le altre certamente molto meno.
Consiglio: non fate mai preventivi “volanti”, io non lo faccio mai e alla domanda dei colleghi: “per un lavoro di modellazione 3D e rendering quanto prendi?”, rispondo sempre: “puoi inviarmi il file 2D o 3D di partenza in modo tale che mi faccio una idea?”. Questo perchè ogni lavoro è diverso dall’altro e quindi preferisco sempre analizzarlo “a freddo”, con calma e davanti al mio pc.
Consiglio n.2: non fate mai preventivi davanti al cliente! Sono situazioni molto imbarazzanti e la tendenza è sempre quella di chiedere meno rispetto a quello che si dovrebbe/vorrebbe chiedere; lavorare pentendosi del preventivo fatto è una delle situazioni più frustanti che ci possano essere. Anche in questi casi, facciamoci inviare il progetto di partenza e (qualora ci fossero) i file disponibili, analizziamoli e poi anche tramite un messaggio inviamo in modo “freddo” il nostro preventivo.
Consiglio n.3: se il nostro cliente è un amico/parente suggerisco di essere ancora più chiari fin dall’inizio. Io di solito mi pongo in questo modo: “vuoi che ti faccio il lavoro da amico? Sicuramente lo farò ma con i miei tempi e solo in coda a quelli che già ho e per cui vengo pagato; vuoi che ti tratto da professionista? Sicuramente ti farò un prezzo agevolato, ci mancherebbe, ma sarò il tuo tecnico e tu come tale dovrai trattarmi”. Molto spesso questo discorso non viene compreso, allora in quel caso forse è meglio rifiutare il lavoro.
Il suggerimento è sempre quello di mettere tutto per iscritto, chiedere un acconto del 30% sulla cifra finale pattuita, lavorare sempre con bozze a bassa risoluzione e a consegna del lavoro, contestualmente, richiedere il saldo della quota restante.
Arch. Gianluca Porrello
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